Novità per Maria Rosaria Boccia che dopo il caso legato all’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, risulta “scomparsa” dai social.
Un nuovo giallo su Maria Rosaria Boccia, la nota protagonista dell’ormai famoso caso legato all’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L’imprenditrice di Pompei, infatti, dopo le vicende che l’hanno vista coinvolta tra scandali, veri o presunti, sarebbe di nuovo al centro di un “caso”: sui social la donna sembra essere letteralmente sparita, almeno il suo profilo Instagram.

Maria Rosaria Boccia: il boom social dopo il caso Sangiuliano
Per diversi mesi il caso legato all’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e Maria Rosaria Boccia ha attirato l’attenzione di tantissime persone sia legate al mondo della politica che della televisione oltre che parecchi curiosi del mondo del web.
Sebbene la vicenda sembra esserci conclusa, in molti hanno notato come l’imprenditrice di Pompei sia stata in grado di “sfruttare” in un certo senso la vicenda ottenendo un grande ritorno di numeri sui propri account social con particolare riferimento a Instagram. Qui, la Boccia ha portato avanti la sua battaglia con falsità e speculazioni sul suo conto cercando di spiegare le sue ragioni.
Il mistero della “sparizione”
Ora, però, i più attenti, hanno notato qualcosa di molto strano. Ad oggi, il suo profilo Instagram risulta non raggiungibile. Come fatto notare anche da Open, infatti, andando a cercare l’account della Boccia, appare sulla piattaforma la dicitura “pagina non trovata“. La donna risulta essere “sparita“.
Open ha fatto notare dietro a questo piccolo giallo, ci sarebbe una coincidenza molto particolare. La cancellazione del profilo della donna, o per lo meno il fatto che al momento non sia raggiungibile, è avvenuta proprio nel giorno in cui il Senato ha confermato il parere espresso dalla Giunta per le immunità parlamentari riguardo al caso Sangiuliano. Infatti, come sottolineato sempre da Open, con 83 voti favorevoli e 52 contrari, è stato negato l’accesso alla corrispondenza dell’ex ministro, oltre che le chat telefoniche, richiesta dal Collegio per i reati ministeriali presso il Tribunale di Roma.